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Più nulla da interrogare

Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore;amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui;amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

“Ascolta, Israele”!

Il primo comandamento contiene un nome proprio pronunciato al vocativo!

Si tratta di un appello ogni volta originale e personale, quasi una “sveglia” che evoca dal sonno alla veglia. Ascolta: lasciati riempire dalla realtà che ti circonda perché il Signore è sempre Lui, unico, si riflette su tutto, lascia la sua firma su ogni creatura e ogni creatura può parlarti di Lui, può ricondurti a Lui, a casa. Se il cuore non si allarga, non diventa “magn-animo”, non si intenerisce dalla sclerocardia, rimane troppo angusto e piccolo per riuscire ad amare Dio: ci prova, si sforza, ma non ci riesce. Per questo motivo è importante ascoltare, imparare e allenarsi giorno per giorno a “fare posto, a lasciare spazio”.

Il cuore allargato, magnanimo, accoglie Dio che abita in lui e viene abilitato ad amare di un amore fraterno il prossimo, proprio come fa Dio. L’amore per l’altro essere umano è un amore unico e particolare che non ha uguali in natura: è l’amore tra due libertà, è l’amore che può essere accolto e ricambiato a sua volta, è l’amore che può patire il rifiuto consapevole, l’amore che interpella tutta la persona e che chiama continuamente ad un “oltre” (un magis: un di più).

Di fronte a questa “grandezza”, rimanendo quasi a bocca aperta dallo stupore, non ci sono più domande. Dio accostato all’uomo e l’uomo accostato a Dio nell’amore!

Anche il domandare si ferma per un attimo e lascia il posto alla contemplazione.

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